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TESTAROLO ARTIGIANALE PONTREMOLESE DI GRANO 23 da 400 Gr

Ciò che distingue principalmente il testarolo artigianale pontremolese dal più noto testarolo “industriale”, detto lunigianese, è la cottura: quest’ultimo cuoce su lastre di acciaio senza il soprano - e quindi la campana - riscaldate con fiamma a gas.
SKU: PSF30.1
€12,00
equivale a €30,00 per 1 kg

Ciò che distingue principalmente il testarolo artigianale pontremolese dal più noto testarolo “industriale”, detto lunigianese, è la cottura: quest’ultimo cuoce su lastre di acciaio senza il soprano - e quindi la campana - riscaldate con fiamma a gas. La differenza è evidente: quello artigianale è bucherellato a seguito dell'evaporazione dell'acqua dell'impasto, è sottile, morbido e leggero, quello industriale è un disco compatto, di notevole spessore e pesante. Il testarolo artigianale è sicuramente più buono e digeribile.I produttori hanno deciso inoltre di recuperare una filiera totalmente locale che utilizza farina di grano coltivato a Zeri dove due agricoltori si sono impegnati a coltivare un grano autoctono, il ventitrè, e a fornirlo ai produttori di testarolo del Presidio. Il ventitré, recuperato da Giuseppe Tognarelli, si semina i primi di ottobre e si raccoglie dopo la metà di luglio: è rustico, ha stelo robusto e corto. Il Presidio si propone di salvaguardare un prodotto di grande qualità legato a una modalità di cottura antica e vuole garantire agli ultimi produttori artigianali un mercato più consapevole, affinché il testarolo artigianale ottenga un riconoscimento adeguato.

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Ciò che distingue principalmente il testarolo artigianale pontremolese dal più noto testarolo “industriale”, detto lunigianese, è la cottura: quest’ultimo cuoce su lastre di acciaio senza il soprano - e quindi la campana - riscaldate con fiamma a gas. La differenza è evidente: quello artigianale è bucherellato a seguito dell'evaporazione dell'acqua dell'impasto, è sottile, morbido e leggero, quello industriale è un disco compatto, di notevole spessore e pesante. Il testarolo artigianale è sicuramente più buono e digeribile.I produttori hanno deciso inoltre di recuperare una filiera totalmente locale che utilizza farina di grano coltivato a Zeri dove due agricoltori si sono impegnati a coltivare un grano autoctono, il ventitrè, e a fornirlo ai produttori di testarolo del Presidio. Il ventitré, recuperato da Giuseppe Tognarelli, si semina i primi di ottobre e si raccoglie dopo la metà di luglio: è rustico, ha stelo robusto e corto. Il Presidio si propone di salvaguardare un prodotto di grande qualità legato a una modalità di cottura antica e vuole garantire agli ultimi produttori artigianali un mercato più consapevole, affinché il testarolo artigianale ottenga un riconoscimento adeguato.

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